giovedì 20 dicembre 2007

Catene, non da neve e nemmeno di S. Antonio!

Apprezzo l’artigianalità dei prodotti, la loro qualità e soprattutto la loro identità. Tutto questo lo ricerco anche quando vado all’estero, anche se non escludo dai miei tour culinari le cosidette “catene”, seppur molto limitatamente ed evitando quelle super inflazionate. Penso sia importante provare di tutto ma senza paragonare sempre ed a tutti i costi i nostri prodotti italiani con quelli di altri paesi. Come già espresso in precedenza, è chiaro che per noi il “nostro” caffè espresso è meglio del caffè di Starbucks, come un panino di De Santis (storico locale di Corso Magenta ed ora presente anche al 7° piano della Rinascente - Milano) è meglio di un panino di Subway, Mc Donald’s o Wendy’s, per fare alcuni nomi, come una pizza della Sibilla o di Biagio (sempre per chi è di Milano) è meglio della pizza di Domino's. Detto questo, perchè parlare negativamente per principio dell’altro? E per “altro” intendo tutto ciò che di alimentare possiamo trovare in Italia ed all’estero anche nei punti vendita appartenenti a multinazionali e/o catene locali. Premessa, confesso che all’estero entro esclusivamente nelle catene non presenti in Italia, come Panera, Einstein Bros, Flanigan's, ..., per curiosita, per assaggiare e poter giudicare personalmente. Sento spesso dire “come si mangia in Italia non si mangia da nessun’altra parte” cosa che dice anche un indiano del cibo del proprio paese. Tutte le opinioni sono ben accette ma, come accade in enologia, credo non si debba giudicare un vino basandosi su quello degustato precedentemente. Ogni vino ha le sue caratteristiche ed il voto dipende esclusivamente da queste, non dal paragone fatto con altri vini soprattutto se di differente vitigno. Io, come filosofia, applico questo pensiero anche al cibo. Anche nel tanto disprezzato, dal punto di vista culinario, continente americano posso affermare di avere mangiato bene. E' anche vero che in America si trova di tutto, Messicano, Cinese, Jap, Thai, Francese, Italiano... una vasta scelta. Basta cercare e cercare ed il buono si può trovare ovunque. Altro modesto consiglio è quello di non andare sempre all'ostinata ricerca del classico ristorante italiano all’estero. Provare le diversità arricchisce e non poco. Quando ad esempio sento parlare male del mangiare americano chiedo sempre “dove avete mangiato?” e sento rispondere “nei Fast Food” e rabbrividisco. Gli U.S.A. non hanno solo i Fast Food, ci sono fior di ristoranti che cucinano ottimi piatti. Un po’ poco per generalizzare, non trovate? Non abbiate paura di spaziare nel cibo. Se non avete allergie non preoccupatevi, come dice la mia fidanzata "tutto ciò che non strangola ingrassa" , potrete trovare piacere anche sorseggiando un cocktail accompagnato da formiche giganti colombiane abrustolite, come mi è capitato a Miami a casa di un amico di Medellin. Senza comunque cercare le stranezze, nella normalità ovunque si può mangiar bene, in India, in Africa, in America, ripeto ovunque, ne sono certo. Serve però un'aperura mentale verso il nuovo. Oggi ho pensato ai panini di Panera e guarda cosa ho scritto.., certo che la mente vola. Vorrà dire che prossimamente scriverò alcuni post dedicati alle catene estere provate, alcune delle quali devo dire anche con soddisfazione, e dei ristornati made in U.S.A. No Global-food ma No Limit!

2 commenti:

  1. ho letto il tuo post... lascio una traccia!
    :-)

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  2. sono d'accordo con te al 100%!!! Se si provasse ad andare oltre i nostri (arroganti, vorrei aggiugnere) preconcetti culinari, si potrebbero scoprire delle pietanze e delle cucine veramente interessanti!!!! Indubbiamente la cucina italiana e' BUONA, le altre sono solo diverse, ma non meno buone! E' solo questione di gusti!!!

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