martedì 30 gennaio 2007

Semplicemente ragù!

Ieri sera avevo un po’ di tempo ed essendo amante del ragù mi sono messo ai fornelli per prepararlo.
Prima di tornare a casa mi sono fermato dal macellaio di fiducia per prendere della carne trita bella magra. Per il ragù si possono utilizzare anche due, tre tipi di carne, salsiccia compresa previa sgrassatura. Gli altri ingredienti li avevo, visto che d’abitudine non lascio mai sprovvisto il mio frigorifero e la dispensa.
Ingredienti: carne trita , passata di pomodoro, scalogno, sedano, carote, olio, aglio, burro, alloro, sale e pepe.
Fare rosolare lo scalogno sminuzzato ed un paio di spicchi di aglio in poco olio, aggiungere del sedano tagliato a dadini, una carota intera incisa per il lungo ed una fettina di sedano. Aggiungere sale e pepe q.b.. Quando lo scalogno è dorato, togliere gli spicchi d’aglio ed aggiungere la carne. Fare rosolare la carne continuando a girarla con un mestolo di legno per circa 10 minuti, successivamente bagnare con un bicchiere di vino bianco o rosso. Quando il vino evapora del tutto aggiungere la salsa di pomodoro, una noce di burro, l’alloro e del brodo precedentemente preparato in un pentolino a parte. Fare cuocere aggiungendo del brodo quando necessario per almeno un’ora. A parte cuocere la pasta. Tortiglioni, penne, conchiglie o tagliatelle all’uovo come ho fatto questa sera. In verità quasi tutta la pasta si sposa bene con il ragù, quindi usate quella che più vi piace. Quando la pasta è cotta, condire con il ragù, impiattare e servire bella calda. Aggiungere una bella spolverata di Parmigiano Reggiano. Per la preparazione del ragù consiglio l’utilizzo della classica pentola di coccio. Ho accompagnato il piatto con una bottiglia di "groppello" della cantina Firmino Miotti. Buon appetito!

lunedì 29 gennaio 2007

Welcome to Miami!


Richard, il mio carissimo amico che vive a Miami, mi ha chiesto “Christian come mai non hai ancora scritto nulla su Miami”? E’ vero, me lo chiedo anche io visto quanto amo questa meravigliosa città. La risposta però l’ho subito trovata “se incominciassi a scrivere di Miami non smetterei più!”, allora ho pensato che potrei cominciare a scrivere a capitoli esplorando nei miei ricordi, nel mio modesto vissuto descrivendo Miami sotto molteplici punti di vista. La città, la sua storia, i quartieri, il divertimento, lo stile di vita, l’arte, la cucina, la mescolanza dei popoli, i cubani a Little Havana, la musica, lo shopping... Accompagnerò i post con le foto da me scattate sul posto. Sarà un avventura scrivere di Miami e senza dubbi sarà per me un grande piacere quindi non voglio perdere altro tempo…, inizio subito!

domenica 28 gennaio 2007

Il metodo Gronholm

Ieri sera al teatro Duse di Agrate ho assistito alla rappresentazione teatrale de "Il metodo di Gronholm" di Lordi Calceran ben interpretata, dopo tanto cinema al fianco del marito Roberto Benigni, da una bravissima Nicoletta Braschi e dagli altrettanto bravi e simpatici Maurizio Donadoni, Enrico Iannello e Tony Laudadio per la regia di Cristina Pezzoli.
E' la storia di quattro candidati ad una posizione dirigenziale di alto livello in una delle multinazionali più importanti del mondo. I quattro riuniti in una stanza bianca senza la presenza degli esaminatori sono sottoposti alle prove finali, alcune delle quali surreali, ma realmente ispirate ad autentiche tecniche di selezione del personale. Il pubblico è indirettamente coinvolto nello spettacolo in quanto cerca di scoprire la personalità degli aspiranti manager e non solo... Non manca qualche sana risata!

giovedì 25 gennaio 2007

We love "Method"



Abbiamo la casa invasa dai prodotti della Method. Sono buonissimi, bellissimi e coloratissimi.
Le loro forme sono diverse, originali, design puro, non per niente il detersivo per i piatti “dish soap” con la sua confezione “pick up and squeeze” è esposto al Moma di New York. Le frangranze sono piacevoli e inusuali, mandarino, cocomero, menta, the verde e aloe, lavanda francese, pompelmo rosa, fiore di cassis, timo e lavanda, mango e menta, oliva. Buonissime le candele per l’ambiente al pompelmo e pera, lavanda e citronella, eucalypto e menta, vaniglia e mela. La method produce tantissimi altri prodotti per la cura della casa, del corpo e non solo, prodotti da fare perdere letteralmente la testa. Ho fatto qualche foto..., guardate! Purtroppo i Method sono in vendita sono negli Stati Uniti!

Foto in senso orario: sapone liquido per mani, detersivo per i piatti e cubes per lavastoviglie, bagno schiuma, crema lavamani.

giovedì 18 gennaio 2007

Cactus

Mi piacciono proprio tanto i cactus, detti anche grasse o succulente.
Non mi posso definire un cactofilo ma sono sicuramente un possessore di diversi cactus che amo veder crescere e prendere forma. Ne ho di piccoli, medi e grandi e tutti mi danno soddisfazione, tutti li trovo belli. Più li trascuro e più crescono bene, non chiedono nulla ma in cambio appagano abbondantemente la vista e sono anche capaci di trasmettere emozioni. Quelle emozioni che solo la natura spesso sa donare. Non ho ancora trovato una vera e propria ricetta a base di cactus e sinceramente neanche ci tengo tanto…, amo sperimentare, è vero, ma il cactus come alimento proprio non mi solletica alcuna idea, ho voluto semplicemente raccontare una mia passione... Amo la semplicità delle cose! Questo lo scrivo sottovoce...

mercoledì 17 gennaio 2007

Crema di lattuga

Si torna a casa tardi, si ha poco tempo per cucinare e si amano le cose sane e di stagione? Niente di più semplice che preparare una buona crema di lattuga. Un piatto per l'inverno così come per la primavera. Ecco la mia ricetta:
un cespo di lattuga
una cipolla
due o tre patate
un gambo di sedano
due carote
olio extra vergine di oliva
sale e pepe q.b.

Preparare un brodo vegetale immergendo in una pentola d'acqua mezza cipolla, le patate tagliate a cubetti, il sedano e le carote a tocchetti, sale e lasciare cuocere per circa venti minuti.
In un'altra pentola fare rosolare in poco olio la cipolla finemente tagliata ed aggiungere la lattuga tagliata a listerelle dopodichè aggiungere il brodo vegetale e fare cuocere per altri dieci minuti. Frullare, sistemare di sale e servire aggiungendo un po' di pepe, meglio se macinato al momento.
Per chi non segue le diete od un'alimentazione rigorosamente sana aggiungere una noce di burro, un po' di panna, del parmigiano grattuggiato e servire con crostini di pane passati precedentemente in forno con olio, sale e pepe.

lunedì 15 gennaio 2007

Cucinare è un piacere!

Amo cucinare per i miei cari ed amici e consumare con gusto insieme a loro le pietanze preparate accompagnate da del buon vino, conversando piacevolmente. Andare al mercato, scegliere la frutta e la verdura tastando con mano (utilizzando rigorosamente i guanti di plastica), recarsi nelle botteghe di fiducia per acquistare formaggi, carni, salumi e quant'altro... Guardare, toccare, farcire, impastare, soffriggere, infornare, impiattare..., tante azioni che portano ad un unico grande piacere..., il cibo! Cucinare mi appaga quanto mangiare! Il cibo unisce e favorisce il piacere di condividere parte di noi con gli altri. Con il cibo si può anche conquistare un amore..., come si dice...presi per la gola! Tutti possono imparare a cucinare ma è certo che un minimo di passione ci vuole! Al bando i surgelati ed i piatti pronti del supermercato, basta poco per creare deliziosi manicaretti che verranno sicuramente apprezzati da chi vi sta accanto, da chi vi sta vicino...

venerdì 12 gennaio 2007

“C’est le vent du nord qui me fera capitaine...”

Ieri sera per cena mi sono fermato alla brasserie belga “Le vent du nord” di via Sannio 18 a Milano.
L'ambiente carino con pareti color crema, le foto d’epoca e lo stile da transatlantico fanno scordare che fuori c'è Milano. Nel contenuto menù la fanno da padrone le “moules”, cozze saporite fatte in più modi e servite nelle tipiche “cocottes” sempre accompagnate da patatine fritte servite in simpatici coni di carta. Tra i dolci provati suggerisco le tipiche gaufres da gustare con il cioccolato, il calvados o la vaniglia. Le birre rigorosamente alla belga, alla spina od in bottiglia, accompagnano perfettamente il pasto o lo spuntino.

giovedì 11 gennaio 2007

Chichibio

Oggi ho pranzato al “Chichibio” un locale situato nel centro storico di Genova in Via David Chiossone 20 R.
Tende di velluto rosso, legno, vetro, acciaio, sedie trasparenti e lampadari design danno un tocco di originalità a questo ristorante composto da tre differenti aree ben integrate tra loro.
Una nota di merito va al servizio, semplice ed elegante la tavola nonostante l’utilizzo di tovagliette e tovaglioli di carta. Alla sera aperitivo a base di vino e tigelle. Il menù cambia tutti i giorni, oggi la proposta è stata la seguente:
Involtini croccanti di carciofi e taleggio.
Orecchiette del pastificio “Benedetto Cavalieri di Maglie” con broccoletti e salsiccia di Cinta Senese.
Fettuccine di Campofilone al farro, asparagi e prosciutto crudo croccante.
Pesce spada nostrano saltato in padella con pomodori pachino, capperi e olive taggiasche.
Coniglio grigio di Carmagnola alla ligure e sformatino di patate.
Petto e coscia di faraona croccante e cavolfiore in besciamella.
Semifreddo all’amaretto.
Mousse al cioccolato.
Ananas.
Ampia la scelta di vini e buona qualità dei cibi. Bravi!

mercoledì 10 gennaio 2007

Il torcolato

A Breganze le vendemmie e le spremiture potevano avere facce diverse. In settembre i contadini più esperti precedevano i vendemmiatori e raccoglievano i graspi più belli di bresparola, tocai e pedevenda, più esposti al sole, arrampicandosi sul pregadio. Quest’uva portata nei granai e appesa alle travi del soffito, era torcolata a degli spaghi in bella mostra. L’operazione, che permetteva ai grani di appassirsi lentamente all’ombra fresca senza ammuffire, esigeva un gran soprammanico. La torcolatura durava fino a gennaio. Gli acini maturi diventavano regali ambiti dai bambini, come fossero tante caramelle. I Re Magi, il giorno della befana, portavano quest’uva torcolata in aggiunta a oro, incenso e mirra. A carnevale, sui torchi prodotti dalla ditta Lavarda l’uva veniva torchiata e questa manovra durava molti giorni. Dopo una lunga spremitura, i contadini prendevano le graspe pressate, le ponevano a sgocciolare in una federa immacolata.Finalmente nasceva il Torcolato. Il nettare dolcissimo veniva travasato e abbandonato nella cantina a maturare. Qui si affinava per quattro anni. Dopo il torcolato aumentava di importanza, veniva prescritto come ricostituente alle puerpere, alle donne che allattavano, agli anemici. Questo Tocolato era il degno coronamento delle leccornie tipiche di Breganze i toresani allo spiedo che si degustavano all’albergo Al ponte di Bonato. Col Torcolato nel 1909 Arnaldo Carli vince all’esposizione di Lonigo la medaglia d’oro. Azzolin porta a casa da Genova nel 1913 un’analoga onorificenza. Ora ogni famiglia conserva le proprie bottiglie di Torcolato da stapparsi nel giorno di una circostanza particolare. L’archivio familiare è conservato nell’angolo più fresco della cantina. Qui, le etichette si staccheranno, ma il vino una volta stappato continuerà ad avere il sapore della fantasia. Il torcolato secondo Virgilio Scapin.
Nella foto da sinistra Firmino Miotti e Virgilio Scapin.

Tamara de Lempicka

In occasione della mostra della pittrice simbolo dell'art déco Tamara de Lempicka, visibile a Milano al Palazzo Reale di Piazza Duomo (per info www.tamaradelempicka.it) il ristorante milanese "L'Operà" dell'Hotel de la Ville propone un menù dedicato alle scelte gastronomiche dell'eccentrica artista.
Un'occasione per visitare la retrospettiva dell'artista di origine polacca, con una passione particolare per la buona cucina ed i dolci, e l'opportunità di degustare un pranzo originale denominato "Menù Tamara" composto da un aperitivo a base di Champagne, frutta fresca, finger food e patatine fritte, da uno sformato di porcini su fonduta di taleggio, da gustosi ravioli al pecorino di Pienza, da un filetto di vitello all'uva nera con polentina e da uno strudel di mele con gelato. Arte e cucina, mai un binomio è stato così perfetto! La mostra a grande richiesta è stata prorogata fino al 18 febbraio 2007.

lunedì 8 gennaio 2007

Viaggio in India

Rajasthan: Delhi, Agra, Puskhar, Jaisalmer, Jodhpur, Udaiphur.
Tralasciando volutamente la bellezza dei luoghi visitati quello che più mi ha colpito di questo mio viaggio in India è la quotidianità degli indiani ed il loro modo di affrontare la vita (è possibile trovare informazioni turistiche in rete o sulle guide specializzate, consiglio di partire sempre con due guide, personalmente avevo con me una guida Routard ed una Lonely Planet). Appena arrivato a Delhi mi si è presentato davanti agli occhi uno scenario toccante e pesante da digerire. Centinaia di persone, donne, uomini, bambini e vecchi che dormivano per strada, sull’asfalto, sulla terra senza riparo alcuno. Scene che si sono ripetute tutti i giorni nelle città visitate e con il passare del tempo ho fatto mie altre realtà per noi europei a dir poco incredibili. In India per la maggioranza della popolazione, cioè per i poveri, non esiste la differenza tra il giorno e la notte, le persone lavorano sempre, qualsiasi ora è ora di punta, il traffico è indescrivibile, non esistono regole, l’inquinamento rende l’aria invivibile. Povertà e sporcizia predominano su tutto anche se questo non altera e non offusca la dignità degli indiani. Le caste abolite per legge sono in realtà ancora in essere, gli intoccabili vagano portandosi dietro un alone di grigiore che lascia increduli e sbigottiti. Vedere certe scene fa male, molto male, ma fa anche crescere. Pullman fatiscenti stracarichi di persone che alloggiano anche sui tetti, pressanti guidatori di risciò, venditori ed albergatori che seguono i turisti alla ricerca di qualche ritorno economico. E’ consigliabile non dare soldi a chi li chiede per strada, così facendo si favorirebbe l’accattonaggio, un male enorme per un paese come l’India che ha grandi potenzialità di crescere e di emergere. Abbiamo fatto i viaggiatori, ci siamo mischiati agli indiani viaggiando su mezzi locali, che non conocono la puntualità, e cercando di frequentare zone e locali poco turistici. Lo Shopping è stato sfrenato, non sono riuscito a staccarmi da questo aspetto cittadino, ottime le spremute di frutta, rigorosamente sena acqua e ghiaccio, melograno, napo, ananas, una delizia per il mio palato arido come il deserto visto il caldo soffocante del periodo estivo. Bellissime le signore sempre ben vestite ed adornate dai gioielli di famiglia, povere o ricche le donne indiane sono sempre ben tenute ed osservarle avvolte in splendidi colori è un vero spettacolo.
A Jaisalmer ho vissuto l’esperienza più bella, un giorno ed una notte nel deserto con il cammello. E’ stato bellissimo inoltrarsi nel deserto con il cammello, per non parlare poi della notte trascorsa senza luci artificiali ma illuminati solo dalla luna e dalle stelle adagiati su una copertina senza tenda. E’ stata un’esperienza unica, il tramonto, il cielo, l’alba i lampi in lontananza, la breve tempesta di sabbia affrontata durante il giorno, la visita nei villaggi circondati dal niente. I cammelli, così forti, così simpatici, il cammeliere Khan ed il suo aiutante, il fuoco, il cibo cucinato sul posto, la sabbia, le dune, gli animaletti del deserto, momenti di assoluta libertà. Non il solito safari come quello vissuto l’anno prima in Thailandia sugli elefanti, ma ore che rimarranno per sempre indimenticabili dentro me. Quando tra noi e la natura non c’è nessuna barriera ci si accorge di quanto grande e meraviglioso è l’universo che ci accoglie e che ci avvolge. Ho un buon ricordo di questo viaggio in un paese completamente differente dal nostro. Quello che mi porto dentro e non solo nel diario di viaggio, nelle foto è il ricordo delle persone, la loro vita, i loro sguardi, la loro normalità e se confronto il tutto con la qualità e lo stile della nostra vita, si aprono purtroppo infiniti discorsi sulle differenze del mondo che dovrebbero scomparire assottigliando sempre più le grandi, troppo grandi, divergenze che esisitono tra le persone che popolano questo meraviglioso universo.. Oltre ai ricordi ora ho due nuovi amici, Dalila ed Alexandre, una coppia di ragazzi francesi conosciuti durante il tragitto tra Delhi ed Agra. L’amicizia, che bella cosa!

Foto estate 2006.

Jean Michel Basquiat

Dopo le mostre ‘The Keith Haring Show’ e ‘The Andy Warhol Show’ che hanno riscosso grande successo alla Triennale di Milano è possibile visitare la mostra di arte contemporanea ‘The Jean-Michel Basquiat Show’ aperta dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 20.30 fino al 28 gennaio 2007. E’ una delle più grandi retrospettive dedicate all’artista nato a Brooklyn nello stato di New York il 22 dicembre 1960 ma purtroppo morto precocemente nel suo appartamento di Great Jones Street di New York a causa di un intruglio mortale di stupefacenti. Interessanti i video presentati e le foto che accompagnano le grandi opere provenienti da collezioni di tutto il mondo.
Consiglio un aperitivo od uno spuntino al Coffee Design della Triennale dove è possibile ammirare “Friends of Basquiat”, un'installazione con 50 fotografie dell’artista franco-americana Maripol.

Anthony Bourdain

Dopo una gioventù dissipata, all’insegna di droghe e contestazione, Bourdain arriva quasi per caso nella cucina di un grande ristorante di New York e, dopo una lunga gavetta, diventa uno dei cuochi più famosi della metropoli. Attualmente è capocuoco alla Brasserie Les Halles di Manhattan. Ha scritto due romanzi, Bone in the Throat e Gone Bamboo, entrambi pubblicati negli Stati Uniti e Gran Bretagna da Bloomsbury.


Libri pubblicati in Italia:

Avventure agrodolci - Feltrinelli Traveller
Il viaggio di un cuoco - Feltrinelli Traveller
Kitchen confidential - Feltrinelli Traveller

domenica 7 gennaio 2007

Naviglio della Martesana

Alla domenica mattina andare lungo il Naviglio della Martesana a piedi od in bicicletta è pura poesia (ingresso da via Melchiorre Gioia all’altezza del vivaio Fumagalli).
Lungo il fiume che per più di 400 anni è stato al centro dello sviluppo commerciale, economico, agricolo e turistico di Milano, si incontrano coppie di innamorati, mamme e papà con il passeggino, sportivi ed anziani che passeggiano discutendo animosamente mentre nell’acqua si possono osservare le oche che giocano e che corrono a filo d’acqua sbattendo velocemente le ali. Purtroppo, in questo periodo, non si vede un pesce, speriamo che l’attuale progetto “parco della Martesana” doni al Naviglio il fascino e lo splendore di un tempo. In quella zona ci sono due locali che meritano una visita, il Dulcis in Fundo per il Brunch o la cena al giovedì sera in via Zuretti 55 (tel. 0266712503) e la Casa dei Ciliegi lungo il Naviglio in via Bertelli 4 (tel. 022615190), per un pranzo ed una cena in un ambiente giovane e simpatico.
Foto scattata oggi.

venerdì 5 gennaio 2007

Fiore

Mi ero riproposto di scrivere sul blog ogni giorno ma purtroppo i fitti impegni quotidiani rendono la cosa non facile. Spero di trovare un po' di tempo nel week-end e nei giorni a seguire per postare, pubblicare foto, raccontare, raccontarmi, scrivere di arte, di viaggi, di cucina... il tutto con assoluto piacere.

martedì 2 gennaio 2007

Miami


Ho cominciato a dipingere un paio di anni fa dopo un viaggio nella coloratissima e vivace Miami, città alla quale sono molto legato per passione, amicizie, arte, mestieri e gioia di vivere.

lunedì 1 gennaio 2007

Anno Nuovo

E' il primo gennaio 2007 e desidero iniziare questo nuovo anno pubblicando un blog nel quale mi racconterò e nel quale troverete la Milano da me vissuta e descritta, ricette, racconti dei miei viaggi e dei luoghi che visiterò, le mie foto e le foto dei miei quadri. Una sorta di diario, di modesta guida della mia città, di ricettario, di album fotografico, di contenitore a 360 gradi.
Foto: renna del mio albero di Natale

Viaggiare cucinando arte compresa

Viaggiare, cucinare, dipingere e fotografare sono le mie passioni che desidero condividere con i lettori del mio blog.