venerdì 27 agosto 2010

Mine Vaganti

Le aspettative erano buone, il film è iniziato bene ma poi, a mio parere, è naufragato nel nulla. Non comprendo certe critiche fin troppo positive lette un po’ ovunque e tanto entusiasmo espresso in ogni dove. Sembra che ci sia una sorta di timore o troppa riverenza nei confronti di certi registi che qualcosa di buono, anche ottimo, hanno fatto. Questo però non significa che tutto va bene, sempre. Oltre la storia.., bravissimi Elio Fantastichini, Lunetta Savino ed Ilaria Occhini. I giovani..., giovani, poco espressivi. Un plauso alla bellissima colonna sonora, perla del film, a volte più protagonista del girato. Trovo vicina alla mia opinione la critica di Eric Jozsef di Libèration: ancora una volta Ferzan Ozpetek torna sul suo tema preferito, quello che l'ha portato al successo in un'Italia ancora in grave ritardo nel raccontare l'omosessualità al cinema. Questa volta, sceglie la commedia vecchia maniera con la storia di due giovani fratelli che devono confrontarsi con l'ottusità dei loro genitori, ipocriti, caricaturali e portatori di tutti i cliché della famiglia all'antica di provincia. Per far capire bene al pubblico che siamo nello stereotipo dell'arretratezza, il film è ambientato nel profondo sud, a Lecce (e pensare che oggi il presidente della regione Puglia è un gay dichiarato). Il film gioca prima di tutto su questo scontro tra un paese rimasto agli anni cinquanta, omofobo e arcaico, e l'irruzione di giovani liberi, moderni e omosessuali. Ne esce fuori qualche scena divertente ma il film non regge al carico di luoghi comuni e personaggi caricaturali o incompiuti.

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