Pomme Bébé
MENU STAGIONALI - Si chiama «bebè bar», ma di fatto è un ristorante vero e proprio quello creato dal negozio di cucina e catering dedicato ai neonati «Pomme Bebè». Accanto al ristorante c’è anche una bebè lounge, una ludoteca dove giocare e organizzare feste di compleanno, naturalmente pranzo incluso. La fondatrice, Svetla Lazarova Kibota, è di origini bulgare. I menu, preparati dallo chef Laurent Brazier, variano a seconda della stagione. C’è la lista «basic», composta di puree di un solo alimento. Poi il «blend», che invece accosta due sapori. Ad esempio zucca e albicocche oppure uva passa con mela e ribes. Il «tot», il menu per i più grandi, introduce le carni bianche. Qui compare il «chicken chili» con pollo, lenticchie, olio d’oliva, carote, cipolla e cipollotto, sedano e fagioli. Poi ci sono le polpette di tacchino cotte al forno, con broccoli, uova, pan grattato e funghi. E anche il «tacchino alla bolognese», con il tacchino allevato a terra, pasta di riso, carota, pomodoro e cipolla. Il costo è uguale per tutte le portate. Quelle del basic costano 3,25 dollari. Per il secondo menu su spendono 3,75 dollari e per il menu «da grandi» 4.5.
«DUE ANNI SUGLI SCAFFALI» – «Sapete che un cibo in barattolo può passare più di due anni sugli scaffali prima di raggiungere lo stomaco dei vostri figli?» ammonisce il sito di “Pomme Bebè”. E per mostrare quanto possa essere diverso l’aspetto dello stesso piatto, il sito pubblica una foto di un puree preparato al momento e di un omogeneizzato. Il primo è di un allettante verde acceso, il secondo è color ocra. Terrorismo psicologico per i genitori? Forse, ma anche un’ottima pubblicità per la cucina del ristorante, che non cuoce i cibi ad altissime temperature, per mantenerne intatte le proprietà nutritive, evita i conservanti e usa solo frutta e verdura di stagione.


Dal Corriere.it. Che faccia avrà il critico gastronomico Valerio M. Visintin, che firma le recensioni dei ristoranti su ViviMilano? Molti ristoratori vorrebbero saperlo, per servirgli pasti luculliani quando si presenta in incognito nei loro locali e guadagnarsi così un'ottima presentazione. E per questo il critico, dovendo mostrarsi in pubblico per l'uscita del «PappaMilano 2010» (ed. Terre di Mezzo), ottava edizione della guida dedicata ai ristoranti milanesi «di qualità a buon prezzo», ha escogitato uno stratagemma. Non saremmo precisi se dicessimo semplicemente che alla serata parteciperà l'autore, perché di Visintin il programma ne annuncia parecchi. Che cosa significhi questa moltiplicazione lo lasciamo dire a chi l'ha pensata: «È un espediente scherzoso per sottolineare un concetto serio: il mio lavoro ha un senso soltanto se lo si esercita in rigoroso rispetto dell'incognito. Perché per avere un'impressione oggettiva del funzionamento di un ristorante, bisogna essere nelle condizioni di un cliente qualsiasi». Quindi, per rispondere alle domande del moderatore (Riccardo Bozzi, giornalista di ViviMilano) ci saranno almeno cinque Visintin. E non verrà mai indicato quello vero nemmeno ai saluti finali. «Anzi, può darsi benissimo che io me ne stia tranquillo tra il pubblico a godermi lo spettacolo», ridacchia il critico. 















