domenica 1 aprile 2007

Piove...che PIZZA!



Questa domenica uggiosa del primo giorno di aprile mi ha spinto a fare la pizza.
In dispensa ho sempre gli ingredienti principali, farina, lievito e mozzarelle.
Ingredienti per 4 persone o per una teglia da forno:

600 gr o 4 tazze di farina
1 cubetto di lievito di birra
1 cucchiaino di sale
1 tazza e ½ di acqua tiepida
2 cucchiai d’olio
Mozzarella
Pomodoro
Origano
Condimento a piacere

Impastare la farina con il lievito, il sale, l’olio e l’acqua fino ad avere una palla soffice ed elastica. Sbattere sul piano d’appoggio l’impasto per una decina di volte (facilita la lievitazione). Mettere l’impasto in una terrina e lasciare lievitare per almeno 3 ore in un posto caldo, coperta con un canovaccio umido.
Stendere la pasta nella teglia del forno, mettere il pomodoro lasciando libero un centimetro dal bordo, aggiungere la mozzarella tagliata a dadini o come si preferisce e guarnire a piacere, prosciutto, tonno e cipolle, 4 stagioni, ortolana…
Fare cuocere a 200° C per circa 20/30 minuti e servire calda. Questa sera ho accompagnato la pizza con una buona birra friulana.
Buon appetito!

Buon pesce d'aprile!

giovedì 29 marzo 2007

Bread-cake al formaggio

Ho preparato il mio primo bread-cake e sono molto contento del risultato. Bello l’aspetto, buono il gusto. Intendiamoci, non lo dico io, sarebbe troppo facile..., l’ho fatto assaggiare ed è stato apprezzato non poco.
E’ facile da preparare ed anche veloce, basta un’ora compreso il tempo per la lievitazione.

Ingredienti:

una bustina di lievito secco
½ cucchiaino di zucchero bianco
1 cucchiaino di sale
2/3 tazze di acqua tiepida
2/3 tazze di farina bianca
2 cucchiai di olio d’oliva
½ tazza di parmigiano grattugiato
1 cucchiaio di senape con grani
50g di formaggio a piacere (cheddar, fontina, puzzone di moena, bitto...) tagliato a bastoncini

Per fare la palla di pane in una terrina aggiungere alla farina il lievito, il sale, lo zucchero, l’olio, il parmigiano, la senape, l’acqua e mescolare fino a quando il composto diventa una palla omogenea, batterla un po’ fino a quando diventa elastica e per migliorare le prestazioni del lievito.
Dare la forma dello stampo al composto, io ho utilizzato quello che solitamente uso per il plumcake, ed inserire i bastoncini di formaggio all’interno rigirando il composto.
Mettere l’impasto nello stampo imburrato o con della carta forno, coprirlo con un canovaccio umido e mettere al caldo per 30 minuti affinché lo stesso raddoppi.
Preriscaldare il forno a 200° C e cucinare per 20/25 minuti fino a doratura.


martedì 27 marzo 2007

Nani da giadino

Che belli i nani! Quelli da giardino poi sono strepitosi... Voglio avere un giardino pieni di nani, posso fare anche a meno di biancaneve ma i nani non possono mancare. Così colorati, allegri, simpatici... Saranno kitch ma a me piacciono proprio tanto! Certo, so bene che rapiscono i nani da giardino, purtroppo è un fenomeno diffuso in tutta Europa, ma anche questo fa parte del gioco. Ah, cosa dire del nano-sgabello della Kartell? Divino!

lunedì 26 marzo 2007

"Se non hai ragione per vivere, non trovarne una per morire" Jim Morrison

Dall’appartamento di Boulevard de Voltaire, fermata della metro Republique, con i mezzi pubblici od a piedi posso raggiungere innumerevoli luoghi... Mi piace molto camminare a Parigi perchè è una città che riempie la vista e che dona emozioni, sempre e non solo per il suo lato turistico ma soprattutto per la suo quotidianità che va assolutamente vissuta. Dicevo, mi piace camminare ed a piedi, anche questa volta come faccio sempre quando vengo a Parigi, ho raggiunto il cimitero di Père Lachaise, è un cimitero e la pace che trasmette è reale, palpabile, profonda. Il cimitero è visitato giornalmente da tantissimi turisti in quanto qui sono sepolti molti personaggi famosi tra i quali: Proust, Oscar Wilde, Rossini, Chopin, Balzac, Modigliani, Edith Piaf, Delacroix, Jim Morrison, Molière, Maria Callas...
All’ingresso gratuitamente (tranne la domenica, ma il bar vicino la vende a 2 euro) è possibile prendere una mappa del cimitero con l’indicazione delle tombe dei cosidetti personaggi importanti, famosi, che hanno lasciato un segno. Sulle tombe di alcuni di loro ancora oggi persone di ogni età e nazionalità depositano mazzi di fiori, biglietti contenenti semplici frasi o vere e proprie lettere, oggetti di ogni tipo lasciati per ricordo, per affetto, per passione. I più visitati sono Jim Morrison, Oscar Wilde, Chopin. Accanto ai famosi ci sono le persone normali, sicuramente la maggioranza in questo enorme cimitero, tombe in ordine, curate e tombe dimenticate, trasandate, distrutte... un’insieme di morte che però non trasmette angoscia, ma tranquillità, pace, sana consapevolezza.
Non abbiate timore..., se siete a Parigi visitate il cimitero di Père Lachaise, sono certo che non ve ne pentirete e che vi lascerà qualcosa dentro. Nulla di amaro, solo dolcezza di un lato della vita che spesso mettiamo in un ancolo buio trattandolo come un tabù. Gabriele D’Annunzio diceva “il privilegio dei morti: non moriranno più"...aveva ragione!

martedì 20 marzo 2007

Pierre Hermé

Come preannunciato nel post del ristorante parigino “La Fontaine Gaillon” non posso non parlare di Pierre Hermé, uno dei più grandi ed innovativi pasticceri Francesi. Come ho già scritto il negozio di Hermé più che una pasticceria è una gioielleria, i suoi più che semplici macaron sono piccole esplosioni di intenso e prolungato piacere, i suoi meravigliosi croissant sono grandi opere d'arte da esporre al Louvre, il cioccolato e le gelée sono a dir poco insuperabili. Chi lavora dietro l'elegante e semplice bancone appare come un commesso di Gucci, LV o D&G, i dolci dal design minimalista e magistralmente esposti con infinita cura, appaiono come gioielli dal valore inestimabile e seguono le stagioni e le collezioni come i vestiti di alta moda. Ogni dolce acquistato da Pierre Hermé viene maneggiato con cura, riposto in splendide confezioni ed accompagnato da un catalogo ed un biglietto da visita. Il packaging è divino e dona alle fantastiche creazioni di questo super-pasticcere l’importanza che meritano. Opere di altissima pasticceria belle da vedere, ottime da gustare. Da Pierre Hermé c’è sempre la fila nonostante i prezzi elevati all’apparenza, ma giusti per quello che rappresenta e per l’unicità del gusto che innonda il palato arrivando a volte fino al cuore... provare un macaron al passion fruit e cioccolato per credere!
Indirizzo:

72, rue Bonaparte
75006 Paris
Tél. : 33 (0)1.43.54.47.77

185, rue de Vaugirard
75015 Paris
Tél. : +33 (0)1.47.83.89.96

lunedì 19 marzo 2007

Lezioni di volo

Tra i tanti film italiani fortunatamente in programmazione nelle sale in questo periodo ne consiglio uno in particolare “Lezioni di volo” diretto da Francesca Archibugi. Un film fatto di sentimenti e girato in gran parte nella realtà indiana sull’asse Roma – Rajasthan – Sud dell’India.
Giovanna Mezzogiorno è splendida. Prima di questo film non avevo una grande opinione su questa attrice che ora vedo con occhi diversi, sicuramente bella, bellissima, espressiva e certamente brava! Pollo e Curry, il primo di origini ebree, il secondo un indiano adottato, sono due adolescenti appartenenti a famiglie benestanti romane che decidono di partire per l’India da soli. Durante il viaggio incontrano e vivono esperienze emotive ed emozionali nuove per loro. L’amicizia, l’amore, la scoperta del sesso, la maturazione, la religione, il senso di appartenenza fanno di questa pellicola un film per tutti con un messaggio che va oltre l’integrazione e l’aiuto nei confronti dei cosidetti “sfortunati”.
Quello che accade poi va visto al cinema. Per chi ha visitato l’India, come il sottoscritto, al cuore arriva dell’altro...

domenica 18 marzo 2007

La Fontaine Gaillon

Non posto da quasi un mese...orrore!! Questo significa che non ho abbastanza tempo a disposizione per fare tutto ciò che vorrei.
Nel frattempo, tra le tante cose, sono stato a Parigi dove ho seguito un percorso enogastronomico vario, creativo, interessante e soprattutto ricco di gusto. Ristoranti, pasticcerie, boulangerie, bar à soupe, sushi e brasserie..un tripudio di sapori tra dolce e salato che regalano gioia a chi ama il buon mangiare. Un post a parte sarà dedicato al grande Pierre Hermé, uno dei più grandi e famosi pasticceri del mondo. Più che una pasticceria, una gioielleria, più che semplici macaron, piccole esplosioni di intenso piacere, più che croissant, grandi opere d'arte da esporre al Louvre.
A Parigi vive uno dei miei attori preferiti, Gerarde Depardieau, che oltre ad essere un attore di fama internazionale è anche un buon produttore di Vini ed un ristoratore che ci sa fare essendo un esplicito amante del cibo. Trovandomi nella città della Tour Eiffel non ho potuto resistere alla tentazione di pranzare alla Fontaine Gaillon il suo ristorante situato in Place Gaillon.
Per la precisione Depardeau nella stessa piazza possiede un altro ristorante “L’ecaille de la Fontaine” dove è possibile mangiare pesce e specialmente ostriche, ma riserverò del tempo anche per lui.
Ho optato per la Fontaine Gaillon essendo il suo primo ristorante, lo stesso è situato all’interno di un hotel costruito nel 1672 e prende il nome dalla piazza e dalla fontana presente all'esterno del locale che fu costruita nel 1707 e restaurata poi nel 1828 da Visconti il quale costruì anche la fontana Molière e la tomba dell'imperatore Napoleone I.
L’ambiente è elegante ed il servizio curatissimo. Le pareti di legno sono ravvivate da quadri contenenti un luminoso colore blu cobalto, all’ora di pranzo il locale è frequentato quasi esclusivamente da eleganti businessmen.
Il pranzo è stato aperto da una generosa coppa di champagne e delicati bigné al formaggio. Come inizio ho optato per dei ravioli di aragosta al prezzemolo adagiati su un letto di cipolle ed a seguire una deliziosa tartare di carne accompagnata da un misto di verdure crude. Per chiudere degnamente il pranzo ho ordinato un misto di formaggi rigorosamente francesi che adoro e dei quali mi nutro spesso con voracità ma gustando il prodotto e per addolcire la bocca ho scelto un esaltante tortino al cioccolato caldo e gelato di lamponi. Il pasto è stato accompagnato da un vino bianco "Les Maillones" prodotto dallo stesso Depardeau. Il caffè è stato servito con i tipici macaron francesi ed un misto di gelée. Il giudizio nel complesso è buono, purtroppo il signor Depardieau non era presente!

domenica 18 febbraio 2007

Per chi suonan le cam-pane?

E' da qualche giorno che non scrivo sul blog per mancanza di tempo, purtroppo una giornata dura solo 24 ore e queste non bastano mai. Peccato! Il week-end è stato impegnativo ed impegnato ma oggi sono riuscito tra una cosa e l'altra ad impastare un po' di farina con altri elementi per farne delle rustiche pagnotte. Che bello avere le mani in pasta! Ecco a voi la mia personale ricetta.


Ingredienti:

400 g di farina di tipo '0'
100 g di farina manitoba
200 cl di acqua tiepida
lievito di birra
1 cucchiaino di sale
olio di oliva

Impastare la farina con acqua tiepida, il lievito stemperato in un bicchiere di acqua sempre tiepida, un cucchiaino di sale ed un cucchiaino di olio. Il sale va aggiunto dopo aver integrato il lievito alla farina. Impastare energicamente per circa 8 minuti sbattendo forte l'impasto per circa 1o volte. Lasciare riposare l'impasto in un luogo tiepido e riposto in una ciotola coperta da un panno umido per almeno un ora e mezza. Io uso ungere la ciotola con un filo di olio di oliva. Con l'impasto lievitato dare forma ai panini o filoncini come si desidera, con le mani o con appositi stampini, volendo arricchendoli con olive, noci od altro e lasciare lievitare per altri 30 minuti sempre in luogo tiepido. Portare il forno a 220°C ed infornare i panini incidendo con un coltello la superficie. Cuocere per 20/25 minuti a 220°C. Durante la cottura lasciare uscire l'umidità eventualmente formatasi nel forno. Lasciare raffreddare e gustare vuoto o accompagnato da un buon salame, pane e salame vanno a braccetto!

lunedì 5 febbraio 2007

Little Havana



Adoro il quartiere di Little Havana e la sua 8th strada, comunemente chiamata calle Ocho, una strada resa viva da diversi negozi esclusivamente cubani e dal famoso Maximo Gomez Park dove i cubani giocano a domino. Questa area si è popolata dagli anni sessanta in seguito all’afflusso dei cubani rifugiati a Miami grazie ad una legge federale che concedeva loro asilo politico in cambio dell’allontanamento dal regime comunista della rivoluzione castrista del ‘59.
Musica, cultura, colori, cibo cubano ed i famosi sigari fanno di Little Havana una zona assolutamente da vedere per chi passa da Miami. Per gli amanti dei sigari come me, consiglio il negozio “La Luna Cigars” frequentato da personalità della Florida e non solo e la fabbrica di sigari "El Credito" dove è possibile assistere alla loro lavorazione. Tutti i venerdì la calle Ocho e le vie circostanti sono movimentate dalla festosa presenza di artisti, venditori itineranti e musicisti. Qui si parla prevalentemente spagnolo ed a volte capita addirittura di trovare fuori dai negozi un cartello con scritto "qui si parla inglese". Ho avuto il privilegio di poter vivere dall'interno la vera Little Havana, questo accompagnando un amico a realizzare delle interviste riguardanti l'integrazione del popolo cubano in Florida per la "Florida International University". E’ stata un’esperienza interessante, sicuramente non usuale, direi che è stata una rara occasione per vedere uno dei tanti lati dell’America che solitamente sono resi invisibili agli occhi del turista o del passante non curioso. Molti americani dicono che la zona è pericolosa, personalmente non ho mai avuto problemi, ci sono stato più volte, sempre accompagnato dalla mia macchina fotografica e posso testimoniare che mai nulla è accaduto, nemmeno in orario serale. Certo, occorre prestare la giusta attenzione ma senza vivere con la paura spesso generata dai media e da alcune guide turistiche. Questo vale per qualsiasi luogo, Italia compresa. Ho riscontrato che gli abitanti di Little Havana sono molto ospitali, a volte allegri, a volte malinconici ma incessantemente molto cubani!

venerdì 2 febbraio 2007

Tornando a Miami...

...credo possa essere il modello delle città del futuro, una Madrid, una Berlino, una Parigi, una Milano, tra 50 anni. Non parlo di un modello americano, ma di un modello fatto di nuove generazioni, non solo per età, di nuove idee, di nuove forme di comunicazione, di nuove e vecchie culture, di integrazioni di fatto che spingono con grande energia la società verso il vero cambiamento che spesso i giovani d'oggi auspicano. Parlo di giovani, ma a Miami convivono giovani e meno giovani. I meno giovani, i cosidetti anziani non si nascondono, escono, si vedono anche se acciaccati o alla peggio costretti su una sedie a rotelle, anche loro continuano a vivere senza abbandonarsi passivamente al destino. A Miami non c'è solo l'energia data dal sole e dalla voglia di arrivare, c'è una grande espressione di arte, di dire ed affermare "io ci sono e sono qui". Per rendersi conto di questo e di molto altro occorre staccarsi dalla Florida turistica, bisogna vivere e frequentare la gente del posto, camminare tra la gente, osservare, ascoltare e tutto questo senza paure, senza condizionamento alcuno.

martedì 30 gennaio 2007

Semplicemente ragù!

Ieri sera avevo un po’ di tempo ed essendo amante del ragù mi sono messo ai fornelli per prepararlo.
Prima di tornare a casa mi sono fermato dal macellaio di fiducia per prendere della carne trita bella magra. Per il ragù si possono utilizzare anche due, tre tipi di carne, salsiccia compresa previa sgrassatura. Gli altri ingredienti li avevo, visto che d’abitudine non lascio mai sprovvisto il mio frigorifero e la dispensa.
Ingredienti: carne trita , passata di pomodoro, scalogno, sedano, carote, olio, aglio, burro, alloro, sale e pepe.
Fare rosolare lo scalogno sminuzzato ed un paio di spicchi di aglio in poco olio, aggiungere del sedano tagliato a dadini, una carota intera incisa per il lungo ed una fettina di sedano. Aggiungere sale e pepe q.b.. Quando lo scalogno è dorato, togliere gli spicchi d’aglio ed aggiungere la carne. Fare rosolare la carne continuando a girarla con un mestolo di legno per circa 10 minuti, successivamente bagnare con un bicchiere di vino bianco o rosso. Quando il vino evapora del tutto aggiungere la salsa di pomodoro, una noce di burro, l’alloro e del brodo precedentemente preparato in un pentolino a parte. Fare cuocere aggiungendo del brodo quando necessario per almeno un’ora. A parte cuocere la pasta. Tortiglioni, penne, conchiglie o tagliatelle all’uovo come ho fatto questa sera. In verità quasi tutta la pasta si sposa bene con il ragù, quindi usate quella che più vi piace. Quando la pasta è cotta, condire con il ragù, impiattare e servire bella calda. Aggiungere una bella spolverata di Parmigiano Reggiano. Per la preparazione del ragù consiglio l’utilizzo della classica pentola di coccio. Ho accompagnato il piatto con una bottiglia di "groppello" della cantina Firmino Miotti. Buon appetito!

lunedì 29 gennaio 2007

Welcome to Miami!


Richard, il mio carissimo amico che vive a Miami, mi ha chiesto “Christian come mai non hai ancora scritto nulla su Miami”? E’ vero, me lo chiedo anche io visto quanto amo questa meravigliosa città. La risposta però l’ho subito trovata “se incominciassi a scrivere di Miami non smetterei più!”, allora ho pensato che potrei cominciare a scrivere a capitoli esplorando nei miei ricordi, nel mio modesto vissuto descrivendo Miami sotto molteplici punti di vista. La città, la sua storia, i quartieri, il divertimento, lo stile di vita, l’arte, la cucina, la mescolanza dei popoli, i cubani a Little Havana, la musica, lo shopping... Accompagnerò i post con le foto da me scattate sul posto. Sarà un avventura scrivere di Miami e senza dubbi sarà per me un grande piacere quindi non voglio perdere altro tempo…, inizio subito!

domenica 28 gennaio 2007

Il metodo Gronholm

Ieri sera al teatro Duse di Agrate ho assistito alla rappresentazione teatrale de "Il metodo di Gronholm" di Lordi Calceran ben interpretata, dopo tanto cinema al fianco del marito Roberto Benigni, da una bravissima Nicoletta Braschi e dagli altrettanto bravi e simpatici Maurizio Donadoni, Enrico Iannello e Tony Laudadio per la regia di Cristina Pezzoli.
E' la storia di quattro candidati ad una posizione dirigenziale di alto livello in una delle multinazionali più importanti del mondo. I quattro riuniti in una stanza bianca senza la presenza degli esaminatori sono sottoposti alle prove finali, alcune delle quali surreali, ma realmente ispirate ad autentiche tecniche di selezione del personale. Il pubblico è indirettamente coinvolto nello spettacolo in quanto cerca di scoprire la personalità degli aspiranti manager e non solo... Non manca qualche sana risata!

giovedì 25 gennaio 2007

We love "Method"



Abbiamo la casa invasa dai prodotti della Method. Sono buonissimi, bellissimi e coloratissimi.
Le loro forme sono diverse, originali, design puro, non per niente il detersivo per i piatti “dish soap” con la sua confezione “pick up and squeeze” è esposto al Moma di New York. Le frangranze sono piacevoli e inusuali, mandarino, cocomero, menta, the verde e aloe, lavanda francese, pompelmo rosa, fiore di cassis, timo e lavanda, mango e menta, oliva. Buonissime le candele per l’ambiente al pompelmo e pera, lavanda e citronella, eucalypto e menta, vaniglia e mela. La method produce tantissimi altri prodotti per la cura della casa, del corpo e non solo, prodotti da fare perdere letteralmente la testa. Ho fatto qualche foto..., guardate! Purtroppo i Method sono in vendita sono negli Stati Uniti!

Foto in senso orario: sapone liquido per mani, detersivo per i piatti e cubes per lavastoviglie, bagno schiuma, crema lavamani.

giovedì 18 gennaio 2007

Cactus

Mi piacciono proprio tanto i cactus, detti anche grasse o succulente.
Non mi posso definire un cactofilo ma sono sicuramente un possessore di diversi cactus che amo veder crescere e prendere forma. Ne ho di piccoli, medi e grandi e tutti mi danno soddisfazione, tutti li trovo belli. Più li trascuro e più crescono bene, non chiedono nulla ma in cambio appagano abbondantemente la vista e sono anche capaci di trasmettere emozioni. Quelle emozioni che solo la natura spesso sa donare. Non ho ancora trovato una vera e propria ricetta a base di cactus e sinceramente neanche ci tengo tanto…, amo sperimentare, è vero, ma il cactus come alimento proprio non mi solletica alcuna idea, ho voluto semplicemente raccontare una mia passione... Amo la semplicità delle cose! Questo lo scrivo sottovoce...

mercoledì 17 gennaio 2007

Crema di lattuga

Si torna a casa tardi, si ha poco tempo per cucinare e si amano le cose sane e di stagione? Niente di più semplice che preparare una buona crema di lattuga. Un piatto per l'inverno così come per la primavera. Ecco la mia ricetta:
un cespo di lattuga
una cipolla
due o tre patate
un gambo di sedano
due carote
olio extra vergine di oliva
sale e pepe q.b.

Preparare un brodo vegetale immergendo in una pentola d'acqua mezza cipolla, le patate tagliate a cubetti, il sedano e le carote a tocchetti, sale e lasciare cuocere per circa venti minuti.
In un'altra pentola fare rosolare in poco olio la cipolla finemente tagliata ed aggiungere la lattuga tagliata a listerelle dopodichè aggiungere il brodo vegetale e fare cuocere per altri dieci minuti. Frullare, sistemare di sale e servire aggiungendo un po' di pepe, meglio se macinato al momento.
Per chi non segue le diete od un'alimentazione rigorosamente sana aggiungere una noce di burro, un po' di panna, del parmigiano grattuggiato e servire con crostini di pane passati precedentemente in forno con olio, sale e pepe.

lunedì 15 gennaio 2007

Cucinare è un piacere!

Amo cucinare per i miei cari ed amici e consumare con gusto insieme a loro le pietanze preparate accompagnate da del buon vino, conversando piacevolmente. Andare al mercato, scegliere la frutta e la verdura tastando con mano (utilizzando rigorosamente i guanti di plastica), recarsi nelle botteghe di fiducia per acquistare formaggi, carni, salumi e quant'altro... Guardare, toccare, farcire, impastare, soffriggere, infornare, impiattare..., tante azioni che portano ad un unico grande piacere..., il cibo! Cucinare mi appaga quanto mangiare! Il cibo unisce e favorisce il piacere di condividere parte di noi con gli altri. Con il cibo si può anche conquistare un amore..., come si dice...presi per la gola! Tutti possono imparare a cucinare ma è certo che un minimo di passione ci vuole! Al bando i surgelati ed i piatti pronti del supermercato, basta poco per creare deliziosi manicaretti che verranno sicuramente apprezzati da chi vi sta accanto, da chi vi sta vicino...

venerdì 12 gennaio 2007

“C’est le vent du nord qui me fera capitaine...”

Ieri sera per cena mi sono fermato alla brasserie belga “Le vent du nord” di via Sannio 18 a Milano.
L'ambiente carino con pareti color crema, le foto d’epoca e lo stile da transatlantico fanno scordare che fuori c'è Milano. Nel contenuto menù la fanno da padrone le “moules”, cozze saporite fatte in più modi e servite nelle tipiche “cocottes” sempre accompagnate da patatine fritte servite in simpatici coni di carta. Tra i dolci provati suggerisco le tipiche gaufres da gustare con il cioccolato, il calvados o la vaniglia. Le birre rigorosamente alla belga, alla spina od in bottiglia, accompagnano perfettamente il pasto o lo spuntino.

giovedì 11 gennaio 2007

Chichibio

Oggi ho pranzato al “Chichibio” un locale situato nel centro storico di Genova in Via David Chiossone 20 R.
Tende di velluto rosso, legno, vetro, acciaio, sedie trasparenti e lampadari design danno un tocco di originalità a questo ristorante composto da tre differenti aree ben integrate tra loro.
Una nota di merito va al servizio, semplice ed elegante la tavola nonostante l’utilizzo di tovagliette e tovaglioli di carta. Alla sera aperitivo a base di vino e tigelle. Il menù cambia tutti i giorni, oggi la proposta è stata la seguente:
Involtini croccanti di carciofi e taleggio.
Orecchiette del pastificio “Benedetto Cavalieri di Maglie” con broccoletti e salsiccia di Cinta Senese.
Fettuccine di Campofilone al farro, asparagi e prosciutto crudo croccante.
Pesce spada nostrano saltato in padella con pomodori pachino, capperi e olive taggiasche.
Coniglio grigio di Carmagnola alla ligure e sformatino di patate.
Petto e coscia di faraona croccante e cavolfiore in besciamella.
Semifreddo all’amaretto.
Mousse al cioccolato.
Ananas.
Ampia la scelta di vini e buona qualità dei cibi. Bravi!

mercoledì 10 gennaio 2007

Il torcolato

A Breganze le vendemmie e le spremiture potevano avere facce diverse. In settembre i contadini più esperti precedevano i vendemmiatori e raccoglievano i graspi più belli di bresparola, tocai e pedevenda, più esposti al sole, arrampicandosi sul pregadio. Quest’uva portata nei granai e appesa alle travi del soffito, era torcolata a degli spaghi in bella mostra. L’operazione, che permetteva ai grani di appassirsi lentamente all’ombra fresca senza ammuffire, esigeva un gran soprammanico. La torcolatura durava fino a gennaio. Gli acini maturi diventavano regali ambiti dai bambini, come fossero tante caramelle. I Re Magi, il giorno della befana, portavano quest’uva torcolata in aggiunta a oro, incenso e mirra. A carnevale, sui torchi prodotti dalla ditta Lavarda l’uva veniva torchiata e questa manovra durava molti giorni. Dopo una lunga spremitura, i contadini prendevano le graspe pressate, le ponevano a sgocciolare in una federa immacolata.Finalmente nasceva il Torcolato. Il nettare dolcissimo veniva travasato e abbandonato nella cantina a maturare. Qui si affinava per quattro anni. Dopo il torcolato aumentava di importanza, veniva prescritto come ricostituente alle puerpere, alle donne che allattavano, agli anemici. Questo Tocolato era il degno coronamento delle leccornie tipiche di Breganze i toresani allo spiedo che si degustavano all’albergo Al ponte di Bonato. Col Torcolato nel 1909 Arnaldo Carli vince all’esposizione di Lonigo la medaglia d’oro. Azzolin porta a casa da Genova nel 1913 un’analoga onorificenza. Ora ogni famiglia conserva le proprie bottiglie di Torcolato da stapparsi nel giorno di una circostanza particolare. L’archivio familiare è conservato nell’angolo più fresco della cantina. Qui, le etichette si staccheranno, ma il vino una volta stappato continuerà ad avere il sapore della fantasia. Il torcolato secondo Virgilio Scapin.
Nella foto da sinistra Firmino Miotti e Virgilio Scapin.